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L'ipnosi non esiste, tutto è ipnosi.

Milton Erickson

Milton H. Erickson (1901-1980) nacque nel 1901 ad Aurum, una città degli Stati Uniti poi scomparsa, in una famiglia numerosa che viveva in una fattoria.

Psichiatra statunitense, è da molti considerato il padre fondatore della psicoterapia breve, oltre che il massimo esponente dell’ipnosi medica in campo internazionale.
Nonostante fosse gravemente malato fin dall’adolescenza (si ammalò per ben due volte di poliomielite: la prima volta, seppur con fatica, si riprese bene; mentre la seconda fu costretto sulla sedia a rotelle), affetto da sordità tonale e grave daltonismo, Erickson riuscì a laurearsi prima in medicina, specializzandosi in psichiatria e poi in psicologia.
Ha scritto più di cento articoli specialistici sull’ipnosi, che ha praticato e studiato sin dal 1920.
Alla sua opera come ipnotista è stata prestata molta attenzione, mentre alla sua opera come psicoterapeuta un’attenzione di questo tipo è quasi del tutto assente (Gordon e Meyers-Anderson, 1984).

All’età di diciassette anni subì un attacco di poliomielite anteriore acuta, che lo ridusse in fin di vita e lo lasciò completamente paralizzato per lunghi mesi. 

Durante la convalescenza, il ragazzo dedicava tutte le ore della giornata all’osservazione del comportamento dei suoi numerosi parenti che lo accudivano, e al lentissimo riacquisto delle capacità motorie, impegnandosi in una faticosa e continua riabilitazione della capacità motoria di ciascun muscolo. Questa esperienza gli lasciò una straordinaria capacità di osservazione del comportamento non verbale delle persone: postura, mimica facciale, respirazione, indizi minimi che potevano sfuggire a chiunque ma non alla sua percezione super allenata e altrettanto motivata.

Appena guarito dalla poliomielite, all’età di diciannove anni si imbarcò su di una canoa e navigò lungo il Mississippi per molti mesi, nutrendosi di pesce e di quanto riusciva a farsi regalare dagli equipaggi dei battelli a vapore che incrociava. Si laureò in medicina, per poi specializzarsi in psichiatria e laurearsi poi anche in psicologia. 

Dal geniale lavoro di Erickson nasce la psicoterapia breve che successivamente seguì quattro filoni principali. Dal lavoro di Ernest Rossi (allievo diretto di Erickson) e di Jeffrey Zeig (direttore della Milton H. Erickson Foundation a Phoenix in Arizona), si sviluppa la psicoterapia ipnotica ericksoniana. Dal lavoro di De Shazer e della moglie
Insoo Berg nascono il gruppo di Milwaukee e il Solution Focused Model. Dagli studi di Weakland, Watzlawick e Fish del Mental Research Institute (MRI) di Palo Alto si sviluppa il Brief Strategic Model, ossia la psicoterapia strategica. Infine dal lavoro di Jay Haley e di Cloé Madanes nasce il gruppo di Washington e prende forma il Family Strategic Model (Gherardelli, 2009).
Chiunque abbia letto alcuni resoconti dei suoi interventi terapeutici è rimasto senz’altro meravigliato dall’incredibile flessibilità ed efficacia di quest’uomo. La sua capacità di risolvere i problemi delle persone sembra avere a che fare con nientemeno che la magia. Ma è semplicemente la magia di una persona espertissima nel comunicare.
Un vero e proprio esperto del cambiamento. E, infatti, affermava: “È necessario portare i pazienti a fare qualcosa ed è questa la cosa più importante della terapia...”, aggiungendo, “dovete cercare di fare qualcosa che induca un cambiamento nel paziente, un piccolo cambiamento qualsiasi, perché il paziente vuole un cambiamento, per quanto piccolo, e lo accetterà come un cambiamento. Non si soffermerà a valutare la portata di quel cambiamento. Lo accetterà come un cambiamento, e poi seguirà quel cambiamento e il cambiamento si svilupperà in sintonia con le sue personali necessità... È come far rotolare una palla di neve lungo il fianco di una montagna. Comincia come una piccola palla di neve, ma via via che rotola giù, diventa sempre più grossa... e diventa una valanga grande come la montagna” (citato in Gordon e Meyers-Anderson, 1984, p. 113).

Famoso per i suoi interventi tanto rapidi quanto strani ed efficaci per problemi difficili e cronici, fu soprannominato lo sciamano di Phoenix. A tale proposito il suo allievo Jay Haley disse: “Benché tutti i maggiori psichiatri conoscessero Erickson, molti di loro pensavano che venisse da un altro pianeta. Oggi sembra strano, ma nella mistica terapeutica di quel tempo ciò che era particolarmente difficile afferrare era l’accento posto da Erickson sul mondo reale e sul buon senso” (1987, p. 10).

Una delle cose più importanti di Erickson è la sua costante capacità di riuscita. Con pazienti di qualunque cultura e con qualsiasi genere di problemi.

Questo grazie al fatto che i cambiamenti che opera nelle convinzioni e nel comportamento di un paziente sono sempre in rapporto con l’immagine del mondo di quel paziente. Difatti, con le sue parole, “la prima cosa da tenere presente quando si tratta con un paziente, è rendersi conto che ciascuno di essi è un individuo. Non ci sono due persone uguali. Non ci sono due persone che capiscano la stessa frase allo stesso modo, e così, trattando con la gente, non dovete cercare di far sì che si adattino al vostro concetto di cosa loro dovrebbero essere, dovreste cercare di scoprire quale viene a essere l’idea che loro hanno di se stessi” (Gordon e Meyers-Anderson, 1984, pp. 22-23).
Erickson concepiva la psicoterapia come una creazione di situazioni nelle quali il paziente fosse messo in grado di avere dei cambiamenti.
Dedicò tutta la sua vita al cambiamento.
Il suo approccio terapeutico era assolutamente anticonvenzionale.
La terapia poteva svolgersi nel suo studio, al ristorante, per strada, alla presenza di colleghi o studenti. Insomma le regole rigide del “setting” terapeutico non erano tenute in nessun conto.
Per tutta la sua vita Erickson si interessò al cambiamento e ai metodi per provocarlo. Non era interessato al passato della persona, ma al suo presente e al suo futuro.

Ebbe otto figli.

Fondò la Società Americana di Ipnosi e la sua rivista.

Morì in Arizona nel 1980 all'età di 79 anni.

Bibliografia:

 

Fish R., Weakland J.H., Segal L . Change.  Le tattiche del cambiamento. La psicoterapia in tempi brevi. Astrolabio, 1983.

 

Gordon D., Meyers-Anderson M. La psicoterapia ericksoniana, Astrolabio, 1984.

  

Haley J.  Cambiare gli individui, Astrolabio, 1987.

 

Loriedo C., Nardone G., Watzlawick P., Zeig J. K.  Strategie e stratagemmi della psicoterapia,  Franco Angeli, 2002.